TURISMO STORIA

ISOLA BELLA Il nome fu coniato dal barone tedesco, Wilhelm von Gloeden, che diffuse in tutto il mondo il valore artistico dell'isola



Wilhelm von Gloeden
1856 - 1931

Von Gloeden era un piccolo nobile tedesco del Meclemburgo che, sofferente di quella che sembra essere stata tubercolosi, si trasferì a Taormina in Sicilia nel 1878. Data la sua ricchezza, procurò una considerevole scossa all'economia locale di questa povera zona d'Italia, cosa che può contribuire a spiegare il fatto che gli aspetti omosessuali della sua vita e del suo lavoro venissero generalmente tollerati dai locali.

Von Gloeden, che aveva iniziato a fotografare ragazzi negli anni '80 dell'800, ma che aveva anche fatto degli studi per ritratti di contadini del luogo e foto di paesaggi, trasformò il suo hobby in una professione redditizia dopo il 1895, quando la sua famiglia ebbe un crollo economico. Da tempo una celebrità locale a Taormina, il suo lavoro (e i suoi modelli) attirarono in Sicilia personaggi in vista dell'epoca, come Oscar Wilde, il "re dei cannoni" Friedrich Alfred Krupp, Richard Strauss, nonché l'imperatore tedesco Guglielmo II.

La maggior parte dei lavori di von Gloeden si colloca in questo periodo fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Le sue idilliache "illustrazioni di Omero e Teocrito", ovvero fotografie di giovani scarsamente vestiti in pose classiche, vennero anche riprodotte come cartoline e godettero di una certa popolarità come souvenir per turisti.

Wilhelm von Gloeden è noto soprattutto per i suoi studi pastorali di nudo maschile di ragazzi siciliani, di Taormina, che fotografava assieme ad anfore o costumi dell'antica Grecia, per suggerire una collocazione idilliaca nell'antichità.

Da un punto di vista moderno, il suo lavoro è notevole per il suo uso sapiente e controllato dell'illuminazione, così come per l'elegante messa in posa dei suoi modelli. Alla perfezione artistica dei suoi lavori contribuirono anche l'uso innovativo dei filtri fotografici e di lozioni per la pelle di sua invenzione.

La prima esposizione monografica dedicata all'opera di Von Gloeden fu allestita in Italia solo nel 1978, a Spoleto, in occasione del Festival dei Due Mondi; ci fu chi ritenne la mostra scandalosa.
Von Gloeden, che fu un professionista della fotografia, realizzò diversi tipi d'immagini per accontentare diverse richieste del mercato: dal paesaggio taorminese e siciliano, alle foto di monumenti artistici, alle foto di personaggi in costume folkloristico queste prime tre categorie ebbero un ottimo veicolo di diffusione nella cartolina turistica, e contribuirono alla fama di Taormina.

In totale il barone produsse oltre 3.000 scatti, che dopo la sua morte lasciò a colui che era stato per molti anni il suo assistente e tuttofare Pancrazio Buciunì, anche noto come Il Moro per la sua pelle scura.
Buciunì proseguì, sia pure in tono drasticamente minore, l'attività di Gloeden, limitandosi a ristampare e vendere le immagini da lui scattate, aggiungendo nuovi scatti che egli stesso dichiarò essere di qualità inferiore. Nel 1939 molti negativi (su lastra di vetro) gli furono confiscati dalla polizia di Mussolini con l'accusa di essere pornografici. Buciunì fu assolto, ma una parte considerevole dei negativi uscì frantumata e inutilizzabile dalla prova.

Le lastre supersiti sono oggi conservate dalla fondazione Alinari di Firenze, che commercializza per i collezionisti ristampe tirate coi metodi
originali dell'epoca di Gloeden.





Il portale d'ingresso della villa di Wilhelm von Gloeden a Taormina, Tra il 1890 e il 1910. Foto di Wilhelm von Gloeden. Il personaggio seduto Potrebbe forse Essere Wilhelm von Plüschow, Cugino di Gloeden e fotografo anch'egli
Veduta della Villetta di Wilhelm von Gloeden a Taormina distrutta nella Seconda guerra mondiale durante il bombardamento del 9-7-1943 




L'edificio adiacente alla casa di Wilhelm von Gloeden un Taormina, In una foto del 1900 scattata dallo stesso Gloeden. Questo edificio tuttora ESISTE, E PRATICAMENTE immutato, ironia della sorte, fino a non molti anni fa ospitava una discoteca gay. Foto di Wilhelm von Gloeden

il Caino di Wilhelm von Gloeden
un altra versione del Caino 1902






                                                                            
il ragazzo drappeggiato di Wilhelm von Gloeden

 
Wilhelm von Gloeden 35enne
nel celebre autoritratto ufficiale per la rivista
Photographische Correspondenz del 1891


Il primo fotografo professionale attivo (dal 1875 circa) a Taormina, fu il chimico-fotografononché ingegnere Giuseppe Bruno (1836-1904), un onesto anche se oggi dimenticato autore di nitide ed assai eleganti vedute paesaggistiche .Fu lui ad insegnare la fotografia (all'epoca un'arte alquanto complicata) a Gloeden. Nonché, con ogni verosimiglianzaa Giovanni Crupi.Non sappiamo da chi il fotografo Giovanni Crupi abbia appreso la sua arte: è stato ipotizzato che il suo maestro sia stato Giuseppe Bruno, ma non sono per ora emerse prove né a favore né contro questa ipotesi.Crupi, anch'egli ricco di famiglia, viveva di rendita, e per lui la fotografia fu all'inizio (proprio come per Gloeden) solo un hobby: fu solo nel 1885 che egli la trasformò in un'attività.
Fu abbastanza naturale che facesse amicizia con Gloeden, che condivideva il suo stesso hobby, che all'epoca era riservato ad una élite molto ristretta. La frequentazione tra i due artisti è documentata dalle foto che nel corso degli anni si scattarono l'un l'altro.Gloeden di Crupi fu dunque amico e collega. E qualcuno anche "allievo", tuttavia Gloeden stesso affermò nel 1898 in uno scritto autobiografico di avere appreso i rudimenti dell'arte fotografica da Giuseppe Bruno; dunque sulla questione non sono possibili dubbi.
Non si può negare però che nella produzione paesaggistica i due amici si influenzarono a vicenda, al punto che le attribuzioni dei paesaggi dei due artisti vengono spesso confuse.Le foto di Crupi si distinguono comunque di solito, anche quando siano firmate da Gloeden, per la presenza di una spessa fascia nera in basso nella quale è scritto il titolo dell'immagine e il numero di catalogo. Questa fascia manca invece nelle foto scattate personalmente da Gloeden.Crupi a seguito delle sue vicissitudini espatriò, e nel 1899 aprì in Egitto uno studio fotografico vicino al Cairo, ad Heliopolis un suo parente rilevò l'azienda .Al suo ritorno in patria nel 1910 Crupi lo avrebbe assistito nella conduzione della ditta, ma senza riprendere più a fotografare.Dato curioso: Crupi sposò una damigella della baronessa Stempel, il cui figlio fu uno dei "baroni omosessuali" di Taormina e sarebbe stato l'informatore da cui Peyrefitte avrebbe tratto le informazioni su Gloeden che avrebbe usato per il suo romanzo breve.Il barone Karl von Stempel (1862-1951) fu il principale informatore su cui Roger Peyrefitte si basò per ricostruire la Taormina gay d'inizio secolo raccontata nel 1949 nel suo romanzo Eccentrici amori
Dopo la morte di Stempel, Peyrefitte passò lunghi periodi invernali a Taormina, facendosi riservare deliberatamente la stanza della pensione Strazzeri (già casa di Stempel), in cui si trovavano gli oggetti personali del barone.Nato in Curlandia (oggi Lettonia) da famiglia tedesca nobile e ricchissima, il barone von Stempel si trasferì a Taormina assieme alla madre, e qui abitò
in quella "casa Rossa" che ancora oggi è possibile ammirare proprio in fondo a una delle prime curve della carrozzabile Villagonia - Taormina. Un'altra casetta che sorgeva vicina - l'attuale "villa Caronia" - servì, invece, da magazzino-deposito.Sposato e con prole, Stempel ebbe una "crisi della mezza età La crisi lo portò infine a mollare, a 43 anni, moglie e carriera, per inseguire le sue tendenze omosessuali nella Taormina d'anteguerra.Stempel ebbe parecchie amicizie fra gli omosessuali; tra esse la più celebre fu quella con il principe Yusupof, l'assassino di Rasputin.Sopravvisse di vent'anni a Gloeden, sempre benvenuto nella rarefatta vita sociale di Taormina e ricordato come uno dei più importanti primi collezionisti di von Gloeden. Ma, ovviamente, la sua grande collezione di stampe di Gloeden andò perduta assieme a tutto il resto. Morì nel 1951 all'età di novant'anni.Nella formazione artistica di Gloeden ebbe un ruolo anche il cugino, Wilhelm von Plüschow, anch'egli fotografo, anch'egli omosessuale, ed anch'egli abitante in Italia.
Sophie Raabe sorellastra di Wilhelm (era figlia della stessa madre, che rimasta vedova aveva sposato il futuro padre di Wilhelm) al momento del crollo economico del patrigno Sophie Raabe raggiunse Wilhelm a Taormina nel 1895.Sofia sovraintendeva alla casa e preparava i pranzi per gli ospiti.La aiutava nelle faccende più pesanti Pancrazio Buciunì, entrato proprio all'inizio del secolo al servizio di casa Gloeden, con le mansioni di cameriere tuttofare e di aiuto di aiuto fotografo. Don Giuseppe Intelisano parroco di Castelmola, uomo timorato di dio cosa ci facesse assieme a un fotografo protestante e omosessuale non lo saprei proprio dire. Avranno forse avuto degli interessi comuni, che non ci sono stati tramandati.Quel che sappiamo è solo che don Intelisano fece parte della cerchia degli amici taorminesi di Gloeden.Peyrefitte descrive folcloristicamente don Intelisano, facendone una specie di macchietta, sotto il semplice nome di "don Giuseppe.
Don Giuseppe e don Manuele,già vicini fra di loro di parrocchia, seppero essere, insieme, buoni preti e buoni compagnoni. Robusti contadinotti dalla fede solida quanto le montagne dove eran nati, ma non per questo meno maschi: don Manuele aveva quattro o cinque figli e don Giuseppe ne vantava diciotto.Fra gli assistenti di Gloeden nel momento del suo massimo successo, oltre a Pancrazio Buciunì e parente di Crupi già citato più sopra, anche un Gaetano D'Agata (1883-1949).Gaetano D'Agata in un momento imprecisato si sarebbe "messo in proprio" cercando di far concorrenza a Gloeden.D'Agata registrò in effetti una più che dignitosa produzione come paesaggista "da cartolina", e molte sue foto "di genere" furono usate per cartoline che rimasero in circolazione per decenni. In questo campo D'Agata si rivelò un buon fotografo commerciale. Accanto a quella di paesaggi ci fu però una produzione di nudo maschile, che non merita certo di passare alla storia dell'arte 


Otto Geleng 1843 -1939


Il pittore tedesco di paesaggi nonché conte Otto Geleng (pronuncia: "ghéleng") fece più di ogni altro fra i suoi connazionali per lanciare Taormina (dove arrivò nel 1863, innamorandosene a tal punto che qui si sposò, visse il resto dei suoi giorni e morì) come paradiso terrestre e meta turistica ideale.
Fu lui ad agire deliberatamente per "lanciare" il turismo a Taormina, "inventando" nel 1865 dal nulla, in una casa privata, l'Hotel Timeo, tuttora esistente a fianco del Teatro Greco.
E fu lui nel 1878 ad invitare il ventiduenne Gloeden, colpito da tubercolosi, a provare a curarsi nel clima salubre di Taormina... dove effettivamente Gloeden guarì.

Tuttavia Gloeden sembrò trovare in loco un paradiso terrestre di un tipo che l'eterosessuale Geleng non aveva affatto preventivato. Il buon Ottone, che cogli anni diventava sempre più cattolico e sempre più reazionariamente rigido, iniziò così a criticare pubblicamente lo stile di vita omosessuale di Gloeden, il quale per tutta risposta lo querelò (assieme ad altri) per diffamazione.







Lady Florence Trevelyan
(Hallington, 7 febbraio 1852 – Taormina, 4 ottobre 1907)




Lady Florence Trevelyan (Hallington, 7 febbraio 1852 – Taormina, 4 ottobre 1907) è stata una nobildonna inglese, l'unica figlia sopravvissuta (la sorella Edith era morta durante il parto nel 1849) di Lord Spencer Trevelyan, figlio a sua volta del barone John Trevelyan e di Lady Maria dei baroni di Wilson, prima cugina della Regina Vittoria, il quale aveva sposato la prima cugina Catherine Anne Trevelyan, dama di compagnia della stessa Regina Vittoria.Lady Florence, orfana sin da piccola del padre (morto quando lei aveva appena due anni), era stata allevata alla corte della Regina Vittoria che nel 1861 era rimasta vedova ed era la cugina di sua nonna Lady Maria Wilson , cognata del primo ministro Perceval. Quando la Regina Vittoria rimase vedova, si ritirò nella campagna scozzese a Balmoral (Edimburgo) e prese con sé a corte Florence, che aveva appena nove anni, e la sua bella madre Catherine Anne che vivevano a pochi chilometri di distanza nella loro bella residenza di Hallinghton (Newcastle), di fronte ad uno splendido laghetto pieno di uccelli di vari tipi.Con la piccola Florence, la regina condivideva l’amore per i cani, per gli uccellini, per la botanica e per il ricamo. Ma Florence, a ventisette anni, fu improvvisamente "invitata" a lasciare l'Inghilterra per un lungo viaggio che durò trenta mesi insieme alla cugina Louise Harrier Percival, nipote del primo ministro inglese Lord Percival, assassinato nel 1812 e confidente della regina Vittoria.

Di questo lungo viaggio scrisse un diario segreto in cui trascriveva le lettere che ad ogni tappa, aveva scritto al "Dear Cousin Edward". Ritornata in Inghilterra il 10 agosto 1881, nel febbraio del 1884 ebbe concesse 48 ore per lasciare definitivamente l'Inghilterra. Così, in silenzio e senza destare scandalo, rompendo, però i rapporti con quasi tutti i parenti, fu mandata via , in un esilio perenne (non fece ritorno in Inghilterra neppure per la morte della madre avvenuta nel 1887) con un cospicuo vitalizio regio (50 sterline al mese che le inviava il tesoriere di corte sir Lamberton), dalla "puritana" Regina Vittoria con l'accusa, di avere una relazione con il suo "scapestrato" primogenito , il futuro re Edoardo VII,che era già sposato con Alessandra di Danimarca e che aveva 11 anni più di Lady Florence ; da allora la giovane nobildonna inglese divenne una delle principali viaggiatrici dell'Ottocento.

La donna viaggiò dall'India, in cui il cugino Charles Edward Trevelyan (che fu ministro inglese alle finanze dal 1862 al 1865), era il governatore di Madras, all'Australia, dalla Birmania al Magreb, sin quando nel 1884 si fermò a Taormina per sempre, dove sposò il 13 luglio 1890 il sindaco, un luminare della scienza medica, il ricco filantropo prof. Salvatore Cacciola, dal quale ebbe l'unico figlio Edoardo morto, come sua sorella Edith, durante il parto (8 novembre 1891).

Dopo il matrimonio spontaneamente rinunziò al cospicuo vitalizio che le arrivava dalla corte inglese e interruppe tutti i contatti con l'Inghilterra intrattenendoli solo con lo zio il baronetto George Otto Trevelyan. Ebbe un sereno ed affettuoso rapporto con il ricchissimo marito col quale acquistò 87 lotti di terreno e vecchie casette di pescatori (che rase al suolo)per realizzare l'attuale fantastico Giardino Pubblico e le caratteristiche fantasiose costruzioni in stile orientale.

Acquistò per 5.700 lire dall'ex sindaco di Taormina Ciprioti la famosa Isola Bella (Taormina), che il sindaco aveva avuto regalata per la sua fedeltà ai Borboni da Ferdinando I nel 1806 dove, in cima, costruì una casetta e dove piantumò rare essenze pregiate oltre a cipressi, palme, pini mediterranei, così come fece nelle altre proprietà a Monte Poretta, Monte Venere, Monte Croce, Monte Paradiso (le montagne che circondano Taormina e che prima di allora erano brulle) utilizzando 42 contadini che aveva ogni mese in busta paga ed ai quali insegnò "il giardino all'inglese".

Ospitò nella principesca villa del marito e nel suo splendido giardino che chiamava "Hallinghton siculo" (in onore alla sua residenza scozzese), le persone più importanti dell'epoca in visita a Taormina o invitate da lei, come il Kaiser Guglielmo II di Germania, lo Zar Nicola II , persino Edoardo VII (ma solo dopo la morte della madre, la regina Vittoria), il principe Vittorio Emanuele III, la principessa Amelia di Orleàns regina del Portogallo, la contessa Mazzarino, donna Franca Florio, donna Tina Whitaker, oltre ad artisti e letterati come Oscar Wilde (che, tramite il cugino Charles, ministro britannico, aiutò finanziariamente dopo la sua scarcerazione), Guido Gozzano, Nietzsche e Gabriele D'Annunzio contribuendo così a far conoscere Taormina fra i personaggi illustri del tempo.

Costituì un centinaio di doti nuziali alle giovanette di Taormina e quando morì (di polmonite per aver fatto dei bagni a casa nella vasca ricolma di acqua gelida di mare), si fece seppellire nella montagna più alta che circonda Taormina, a 800 m s.l.m., a Castelmola e da allora quel monte si chiamò "A Francisa" ("La francese") in suo onore (perché a quel tempo i siciliani chiamavano "francisi" tutti i forestieri) e dal suo principesco palazzo al centro di Taormina, accanto al Teatro Greco, sino al luogo della sua sepoltura (a 15 km) Lady Florence fu accompagnata da una corte di pastori che suonavano le cornamusa siciliane che a lei facevano ricordare le sue cornamuse scozzese, nonché dalle decine e decine di donne che aveva aiutato formandogli la dote e che buttavano fiori al suo passaggio nonché da quanti aveva beneficiato, uno stuolo di contadini e di pescatori.

Nel testamento obbligò gli eredi a non costruire mai in "Hallington Siculo" e all' Isola Bella (Taormina) e a non cacciare nelle sue vaste proprietà e di accogliere e curare gli uccellini ed i cani come aveva fatto lei.

Appassionata di teatro e del bel canto ( si dilettava anch'essa nel canto), recitò per diletto con un certo successo nel 1895 a Melbourne in Australia ed inventò les tableaux vivants (i quadri viventi) ed esportò , anche, il corso dei fiori (le sfilate dei carri in fiori) a Palermo.

Appassionata di scienze esoteriche, di botanica ed ornitologa, forse perché anche lontana parente del Duca di Kent,il figlio secondogenito della Regina Vittoria, fu una delle prime donne ammesse alla massoneria mondiale.

Nel suo principesco palazzo (Cacciola-Acrosso-Papale) fu realizzata dal marito, prof. Salvatore Cacciola, in perfetto stile neo-classico, un tempio, che divenne la prima loggia massonica di Taormina : la "Rinascimento"(1904).

Il suo busto bronzeo è stato collocato, al centro del suo fantastico giardino che divenne, alla morte del marito Salvatore Cacciola (1927), per volontà dell'unico nipote maschio erede universale del marito , l' avv.Cesare Acrosso (segretario del viceministro Duca di Cesarò, che espropriò una porzione ereditata da un cugino inglese della Trevelyan, Robert, per ricongiungerla con quella parte che era già stata donata da Cacciola al Comune di Taormina, insieme ad altri terreni, a strade ed all'ospedale ) il Giardino Pubblico di Taormina.